Chiese

CHIESA MADRE
Passeggiando nel centro storico di Piedimonte Etneo possiamo ammirare numerosi monumenti, tra cui la Chiesa Madre, dedicata alla Madonna del Rosario ed eretta nel XVIII secolo, in cui si conserva una preziosa statua in legno policromo del XVII secolo.
La chiesa fu costrutita tra il 1711 e il 1713, ma ha subito vari interventi. Ha una forma basicale a tre navate in stile neoclassico; diffusa è la presenza di colonne stilizzate in pietra bianca nella facciata e in fascioni all’interno con capitelli dorici, ionici e corinzi. Gli altari sono in marmo colorato di Taormina; sull’altare maggiore si ammira un coro ligneo con scanni laterali a semicerchio. All’interno si trovano numerosi dipinti. La Chiesa conserva ancora oggi la maggior parte degli arredi originali: fra questi, di notevole interesse artistico risultano una coppia di altari in marmo posti in direzione delle navate laterali ornati da tele molto pregiate.
Tra le tele, raffiguranti esclusivamente delle scene riconducibili alla vita dei santi, degne di particolare menzione sono il Martirio di San Sebastiano, la Pala di Santa Lucia attribuibile a Francesco Mancini e i due dipinti ritraenti San Francesco e Sant’Antonio, opera di Alessandro Abate. L’esterno si presenta con la facciata realizzata con l’uso di accorgimenti architettonici riconducibili sia all’età classica che vernacolare.

SANTUARIO DI SAN GERARDO
– La frazione “San Gerardo”, fa parte del Comune diPiedimonte Etneo situato alle falde dell’Etna in provincia di Catania. La denominazione San Gerardo, dove oggi sorge il Santuario, sostituisce “l’antico” nome della contrada Millicucco. Tale sostituzione si deve ad una signora del luogo, Donna Menica Mazza che, trovata un’ immaginetta del taumaturgo di Majella , chiede la propria guarigione al Santo ed ottenutala racconta ai suoi concittadini e al clero delle visioni celesti avute e dei miracoli operati da San Gerardo. Fu così che Donna Menica inizia a raccogliere i fondi necessari per la realizzazione di una chiesetta dedicata al Santo. Tale costruzione nasce anche grazie al contributo di alcuni emigranti e agli introiti di generi in natura che Donna Menica raccoglie andando di casa in casa in tutti i Paesi del circondario. La prima chiesetta, sorta su terreno, ceduto, gratuitamente, dalla Mazza stessa fu benedetta dall’arciprete Cannavò Rosario il 3 Settembre del 1928.Da allora tutte le domeniche e il l 6 di ogni mese si celebrano le Sante Messe; la piccola chiesetta non è più in grado di accogliere le folle dei devoti, ed è così che si pensa a costruire una Chiesa più grande nell’immediata vicinanza. Sul progetto dell’ingegner Vicari di Acireale si dà inizio ai lavori per la nuova chiesa che viene ultimata e benedetta il 31 Agosto 1941 dal Vescovo della Diocesi di Acireale Mons.
Salvatore Russo che la erige a parrocchia. Il primo parroco è il sacerdote Pappalardo Giuseppe succeduto da Don Carmelino Linguaglossa. Successivamente, (per penuria di sacerdoti), la parrocchia viene soppressa. I devoti fedeli esprimono il desiderio di elevare la Chiesa a Santuario, ma tale richiesta non viene accettata dal Vescovo a causa della mancanza di strutture adeguate all’accoglienza dei pellegrini che, malgrado ciò, continuano a riempire la Chiesa nel corso delle attività e delle funzioni religiose.
Il 16 Ottobre 1999 tale richiesta viene presentata al nuovo Vescovo S.E. Mons. Gristina il quale, constatate la buona volontà dei fedeli, l’imminente arrivo dell’anno giubilare ed essendoci già un terreno in possesso della Chiesa nelle immediate vicinanze, permette la realizzazione di una struttura atta ad accogliere i pellegrini. Lo stesso Vescovo acquista dei prefabbricati per incrementare tale iniziativa. Si incomincia cosi a lavorare al nuovo centro di “accoglienza pellegrini” con l’ausilio di volontari e benefattori a costo di grandi sacrifici, dimostrando sempre disponibilità e collaborazione: tutto il lavoro di privati e di imprese si è svolto all’insegna dell ‘anonimato.
Il 16 Giugno del 2000 alle ore 18:00, S.E. Mons. Gristina, insieme agli amministratori locali e a numerosissimi fedeli , eleva a SANTUARIO la CHIESA DI SAN GERARDO, benedicendo anche il centro di “accoglienza pellegrini” dove è stata posta la STATUA DELLA MADONNA DEL SORRISO.
CHIESA SAN MICHELE
Il principe Ferdinando Francesco la fece costruire nel 1718, per assolvere ad un voto fatto durante una violenta sommossa popolare nella città di Palermo. Ritornata la tranquillità, il Principe, riconoscente verso l’arcangelo San Michele, che aveva esaudito le sue preghiere, volle dedicargli un tempio proprio nel paese che egli particolarmente amava e ne curava la crescita, anche da lontano. L’interno è di modesta architettura.
CHIESA DI SANT’ IGNAZIO
Chiesa Sant’Ignazio.E’ detta anche Chiesa del Carmine. Ebbe tre fasi di costruzione: la prima nel 1689 (di essa rimane un’elegante bifora di arte rinascimentale murata nel lato est dell’edificio); la seconda nel 1693, dopo il terremoto dell’11 gennaio che devastò la Sicilia orientale.
La terza avvenne nel 1895. Ritenute ormai vecchie le sue strutture fu demolita e ricostruita più ampia e in stile neogotico.
CONVENTO CAPPUCCINI
Fu costruito per volere del Principe Ferdinando Francesco, con annesso convento
dei padri Cappuccini. Nel suo interno si ammirano opere di un certo valore: gli altari laterali in intarsio di legno e l’altare maggiore scolpito in legno.
Alla sua base vi è l’elegante custodia del Sacramento, caratterizzata da una sovrapposizione di colonne e nicchie. Nell’alto della tribunetta spicca la scultura lignea dell’Immacolata.
Fra i due altari di destra si apre la cappella del Purgatorio.

CHIESA MARIA SS. DELLE GRAZIE ( PRESA )CHIESA CALVARIO
Nella nascente comunità presese il culto religioso rivestiva (come al giorno d’oggi) un posizione di dominante centralità ed era tra le più sentite l’esigenza di creare un punto di richiamo religioso al centro del paese. Valse l’impegno di tutti i residenti perché nel 1846 fu elevata una chiesetta che nel 1873 fu ampliata con due ali laterali e concepita ricalcando quello stile neo-classico nell’architettura e negli ornamenti che si ritrova e la collega idealmente alla Chiesa Madre di Piedimonte.
Da rurale quindi, la Chiesa divenne con decreto vescovile sacramentale e fu dedicata alla Madonna delle Grazie; fu eretto un fonte battesimale e il primo febbraio 1875 si celebrò il primo matrimonio, ma Presa rimaneva legata alla parrocchia di Piedimonte per tutte le formalità burocratiche. L’aspirazione dei presesi all’autonomia religiosa e spirituale divenne realtà nel 1922: la parrocchia di Presa iniziò così il suo cammino indipendente nella fede sotto la guida di Padre Giacomo Ragonese, cui nel 1964 succedeva Don Salvatore Zappalà. In seguito allo spostamento di questi presso la parrocchia di Calatabiano venne poi nominato parroco Don Salvatore Guarrera, sacerdote ripostese, scomparso nel 2008 dopo lunga ed intensa attività pastorale.
La sua eredità fu raccolta da Padre Angelo Bottali, religioso del movimento ecclesiale “I Ricostruttori nella preghiera”, a cui succede nell’ottobre del 2010 Padre Virgilio Agostinelli, attuale arciprete ed anch’egli sacerdote del movimento fondato da Padre Gian Vittorio Cappelletto. Nel 1931 a Presa Superiore, la parte più antica del paese, fu edificata una chiesetta, ribattezzata poi del Calvario, restaurata negli anni novanta e oggi apprezzato luogo di meditazione e ritiro spirituale. Il culto della patrona Maria SS. Delle Grazie è molto sentito nel paese: ogni anno i festeggiamenti in suo onore si svolgono la seconda domenica di agosto con corale partecipazione di gente ed un contorno di spettacoli serali che per tutto il mese fanno di Presa un invidiabile polo di attrazione turistica.

SANTUARIO VENA E LA FONTE   
Questo Santuario si trova nella frazione di Vena, a poca distanza da Piedimonte Etneo. Le origini dovrebbero risalire al 597 dell’era cristiana. Alcuni monaci Basiliani, per sfuggire alle persecuzioni, si inerpicarono sulle alture dell’Etna, portando con loro un quadro della Madonna, dipinta su una tavola di cedro.
Una leggenda racconta che la mula che trasportava il quadro, ad un certo punto si fermo’ e cominciò a scavare con gli zoccoli il terreno, ed in quel punto apparve una “vena” d’acqua. I monaci lo considerarono un segno divino, e decisero di fermarsi nel posto indicato dalla mula. E proprio lì con il consenso di Papa Gregorio Magno, fondarono il monastero gregoriano di Vena. Il culto della Madonna di Vena ebbe in quelle zone una grande diffusione.
La storia di Vena ha origini antiche, la sua chiesa sorge sui ruderi del vecchio monastero basiliano, distrutto nel corso dei secoli. All’interno della moderna struttura si possono osservare pregiati mosaici che descrivono la storia del monastero. Il Santuario mariano di Vena custodisce una immagine antica della Vergine col Bambino. Una tavola spessa di cm. 3, di dimensioni cm. 170 x 67. Si ritiene che sia una icona bizantina del VI secolo. E’ un’immagine della Vergine di tipo Odigitria. Il disegno e la trattazione del colore rende difficilmente ogni raffronto con altri dipinti antichi conosciuti dell’area bizantina. E’ un dipinto molto venerato a Vena e nei dintorni. Il nuovo tempio fu costruito nel 1905 e completato nel 1930. In seguito, oltre ai lavori per una costante manutenzione, sono stati fatti parecchi lavori di rifinimento, di consolidamento e di abbellimento, soprattutto tra gli anni ottanta e novanta, in vista del XIV Centenario del Santuario. Le vetrate istoriate, che presentano in bellissime immagini Maria, Mediatrice, “Vena di tutte le grazie”, predetta con simboli e figure nell’Antica Alleanza e operante nella Nuova, come socia di Cristo Gesù, Redentore del mondo. I mosaici illustrano l’origine storica e il messaggio del Santuario in meravigliose scene bibliche ed evangeliche, che riportano anche, in lingua italiana, passi scritturistici, tra i più significativi al riguardo. Una catechesi visiva bella, utile alle presenti generazioni e alle future.